Dal 9 al 17 ottobre un gruppo di 20
soci della nostra sezione ha effettuato un viaggio in
Andalusia, regione posta all'estremo sud della penisola
iberica, a poche decine di chilometri in linea d'aria
dal nord Africa, zona piuttosto arida, quindi. La meta
era la catena montuosa della Sierra Nevada, a una
manciata di km da Granada che si intravedeva dalle
propaggini della Sierra.
L'albergo era situato nella frazione
di Pradollano-Sierra Nevada, a 2100 m di quota,
cittadina moderna, molto ben curata nell'architettura e
nell'arredo urbano, ai piedi di un ampio, alto
anfiteatro naturale che culmina, fra le altre vette,
con il Velata (m 3392) e il Mulhacén (m 3482). Al
nostro arrivo, in serata, ci ha accolto, tuttavia, una
"città fantasma", pochissimi residenti, tutti gli
esercizi commerciali chiusi tranne un paio di ristoranti
e...un solo albergo...il nostro! Tutto il resto
silenzio, assenza, non presenze quasi inquietanti.
Cinque giorni di escursioni a solcare
in lungo e largo l'ampia corona di montagne, solcata da
una ragnatela di piste da sci (la Sierra Nevada è il
primo comprensorio sciistico della Spagna), la penultima
delle quali a scavalco dello spartiacque, scendendo
nella valle opposta, lungo il Río San Juan e il Rio
Jenil. Qui, dopo tre giorni di montagne color ruggine,
dove il sole rovente e il freddo intenso invernale
reprimono qualsiasi tentativo, ancorché timido, di
presenza di vegetazione, finalmente qualche pennellata
di verde ci accoglie, flora non rigogliosa ma
"rassicurante" che ravviva una Sierra Nevada che
temevamo fosse soltanto deserto e pietraia brunita.
Il nostro gruppo, la cui età media
non era delle più verdi, ha però dato una zampata
vincente, di autentico orgoglio CAI, salendo in cima al
Velata (m 3392) da dove la vista abbraccia l'orizzonte
fino alla fine del continente laddove, lì in fondo, si
intravvede il mediterraneo.
Domenica 15 ottobre scendiamo a
valle, Granada e L'Alhambra, il monumento più visitato
della Spagna, l'apoteosi, valorizzato nel 1838 dallo
scrittore americano Washington Irving ("Racconti
dell'Alhambra") che ha portato alla luce del mondo
l'arte musulmana in Andalusia. Arte islamica
raffinatissima, merletti di pietra e architetture
orientali con intarsi cristiano rinascimentali: uno dei
vertici della bellezza del mondo, patrimonio UNESCO
dell'umanità. Già, gli islamici occuparono questo
territorio per quasi 8 secoli, lasciando dietro di loro
autentici gioielli di arte, quando, nel 1492 il re
Ferdinando e la regina Isabella conclusero un accordo di
resa con gli occupanti di Grenada, ultima città
"islamica"a capitolare.
Otto giorni a zonzo nella bellezza
montana e artistica dell'Andalusia.
La sezione e i soci partecipanti
ringraziano il direttore di escursione Sergio Bocchini,
che ha condotto con perizia professionale e con passo
sicuro le varie escursioni, in un territorio di non
facile lettura, privo di segnaletica; gratitudine va
anche a Guido Luna per avere confezionato un ottimo
viaggio tra natura e arte.
Gilberto Giasprini