Il Gruppo Speleologico
del C.A.I. di Spoleto ha organizzato
un Trekking alla
scoperta della storia
Un trekking alla ricerca dei
tesori nascosti, quello organizzato nel mese di Ottobre
dal Gruppo Speleologico del Cai di Spoleto. Il percorso
è iniziato con la visita degli eremi disseminati nella
zona del Monteluco, dall’eremo di Santa Elisabetta
all’eremo di Sant’Antonio.
Circa 15 i chilometri percorsi nel
trekking all’interno del bosco di Monteluco, ma la
novità del programma è stata la visita alle carceri del
Sant’Uffizio, nei locali sottostanti il Convento di San
Domenico di Spoleto. Una visita guidata dall’Architetto
Giuliano Macchia, ospite illustre che in modo
dettagliato ha spiegato l’origine delle carceri,
individuate grazie al restauro dell’ex Convento di San
Domenico, attuale sede dell’Istituto Statale d’Arte
“Leoncillo Leonardi”.
La scoperta, avvenuta per puro
caso durante i lavori di rifunzionalizzazione
dell’edificio ha permesso di ricostruire l’evoluzione
delle carceri del Sant’Uffizio e riportare alla luce i
sotterranei. Nelle sale, perfettamente conservate negli
affreschi e nei disegni a matita presenti sui muri, si
possono intuire le sofferenze e le ingiustizie subite
dai malcapitati prigionieri che, in quel periodo,
venivano processati e condannati al solo sospetto di
blasfemia, bigamia, stregoneria o eresia, magari solo
per la testimonianza di qualche “devoto” interessato.
Ogni tanto le pareti delle celle venivano ripulite e
disinfettate con calce bianca, perciò le uniche
testimonianze dei prigionieri iniziano dagli ultimi anni
del XVIII secolo; tra le più significative si possono
ammirare caricature di frati, sonetti, ammonimenti, nomi
e date.
Particolare mensione meritano due
affreschi fatti probabilmente con carboncini di legno
bruciato, raffiguranti la tomba di Napoleone e lo stesso
imperatore in marcia con il suo esercito. Durante la
breve occupazione napoleonica, il Sant’Uffizio venne
sciolto ed i locali liberati dai prigionieri, ma dopo la
caduta con il ritorno della Restaurazione, i locali si
aprirono nuovamente ai condannati. Sopra alla porta
d’ingresso del corridoio principale è presente ancora lo
stemma papale di Gregorio XVI con la scritta “Obbedienza
e rispetto”. Nel lato interno del carcere si trova
l’imbocco di una galleria agevolmente percorribile per
una quindicina di metri, fino ad arrivare ad un tratto
franato. Il Gruppo Speleologico del Cai di Spoleto è
riuscito ultimamente a superare l’ostacolo scoprendone
la prosecuzione per altri 40 metri, sino ad un tratto
costituito da enormi massi sovrapposti completamente
interrati, resti delle mura ciclopiche, oltre il quale
non sono potuti andare in quanto la galleria è
attualmente allagata. A breve, stando a quanto riferito
dai responsabili del Gruppo speleologico della sezione,
il tratto verrà prosciugato tentando in questo modo di
andare oltre, dando prevedibilmente nuova voce alla
storia.
Loreti Clelia