Delta del Po
1-4 maggio 2014
Domenica 04 si è conclusa questa
iniziativa, riedizione di quella del 2001, volta ad
approfondire la conoscenza di territori particolari, di
certo non montani, ma soggiacenti alle acque che
provengono dalle Alpi ed in particolare addirittura dal
Monviso. Il gruppo sparuto (22 partecipanti), non è
stato per questo meno interessato e partecipe delle
estese spiegazioni avute da naturalisti e guide a
contenuto storico. Certo il territorio del Delta, nel
caso nostro la parte romagnola, racconta una
molteplicità di situazioni ambientali e storiche
difficili da sintetizzare; il rapporto del fiume con il
mare, del fiume con l’uomo e con la sua indomita volontà
di strappargli terra per il vivere. Sembra che i primi
colonizzatori della sepolta città di Spina, a ovest di
Comacchio siano stati i greci nel VI° secolo a.C.
Dapprima territorio navigabile,
con le bonifiche già intraprese nel 1450 da Borso D’Este
ci si orientò a prosciugare le valli (questo termine stà
ad indicare, per noi in maniera impropria, sacche di
laguna costituenti appunto il Delta) anche per
riscattare quei territori dalla malaria e dalle zanzare.
A seguire intervengono le innumerevoli deviazioni del
Grande Fiume che hanno apportato ricchezza da una parte
e povertà dall’altra; il tutto sempre con il potere di
Venezia che dettava con forza le sue scelte.
Insieme agli escursionisti si sono
ritrovati anche 9 ciclisti che hanno avuto modo di
osservare più da vicino le peculiarità del Delta
attraversando il bosco della Mesola prospiciente la
Sacca di Goro, per poi discendere al Lido di Volano ed
agli altri lidi estensi fino a Comacchio, attraversando
con la zattera il canale Garibaldi nella omonima
località del Porto.
Abbiamo visto la Manifattura dei
Marinati, interessante museo della pesca, sempre a
Comacchio e le modalità di coltivazione e cattura
dell’anguilla. Notevole il giro in motonave lungo il Po
di Goro e la sua confluenza in mare alle Bocche di Goro
e della Donzella. E’ un paesaggio inconsueto e difficile
da raggiungere altrimenti. L’entusiasmo dei partecipanti
è stato sincero ed il clima come al solito affettuoso e
distensivo. Non sono mancati frizzi e lazzi sulle
performance (!!??) dei ciclisti, sul loro abbigliamento
e sulla loro condizione atletica.
C’è da aggiungere la visita alle
Abbazie di Sant’Apollinare in Classe e Pomposa;
quest’ultima fondamentale per la storia del Delta per la
sua posizione (in origine addirittura ubicata su di
un’isola) e la sua importanza religiosa e politica. A
Ravenna abbiamo apprezzato il Mausoleo di Teodorico,
anche per la nostra provenienza dalla longobarda Chiesa
di San Salvatore ed abbiamo concluso con S.Vitale ed il
Mausoleo di Galia Placidia.
C’è da ringraziare gli
organizzatori, ma non più di tanto perché, come al
solito, hanno facilmente usufruito della buona stella
del Cai.