Alpi Apuane
14-15 settembre 2013
Sono lieto di raccontare
qualche impressione su questa “2 giorni” in Toscana
alla conoscenza , (per me è stata la prima volta)
delle Alpi Apuane; comprensorio cospicuo, esteso e
singolare, compreso tra la Versilia e la Garfagnana.
E’ stata una esperienza
condivisa con gli amici di Orvieto ed il loro
neopresidente, con altri amici fiorentini e toscani
in genere. Una ottima possibilità per valutare le
asprezze di questo gruppo montuoso, la sua solitaria
ubicazione, la sua storia e il perché della sua
fama.
Certo l’esistenza delle cave
marmoree che fornirono il materiale per le opere
michelangiolesche è già motivo di meraviglia per la
loro collocazione, decisamente in quota e le
difficoltà che verosimilmente furono affrontate,
anche per la calata a valle utilizzando il tremendo
metodo della lizzatura, letteralmente una scivolata
guidata di questi blocchi su ripidità significative
per farli appunto slittare.
Siamo saliti sul Corchia, che
non ha una vetta vera e propria, ma due elevazioni
allacciate tra loro da una cresta rocciosa. Ha fitte
faggete sui fianchi settentrionali, mentre a
meridione presenta pareti strapiombanti. Contiene
degli antri carsici che, dicono siano percorribili
per un totale di km. 53. Si è affrontato il Pania,
forse la cima (mt. 1859 s.l.m.) più conosciuta e
frequentata delle Alpi Apuane il cui nome è
riconducibile alla radice romana “pen” che aveva il
significato di vetta dal quale è poi derivato il
Penna e Pennino; conosciuta in passato come
Pietrapana.
Abbiamo conosciuto delle aree
ora abbandonate, ma un tempo abitate e coltivate;
Fociomboli, Puntato, Col di Favilla, sempre sul
versante nord del Corchia. Ci ha ospitato il rifugio
del Freo, detto proprio alla Pietrapana o del Pania
che ci ha accolto al meglio seppure in periodo
prossimo alla chiusura. Sempre aggreganti i momenti
conviviali ed anche il risveglio nel buio e nel
silenzio che ci si impone tutti, in questi ambienti
a noi così cari.
Siamo scesi al paesino di
Levignani, non distante da Sant’Anna di Stazzema
località tristemente nota per l’eccidio di inermi
civili perpetrato dall’esercito tedesco in ritirata
nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Bella è
stata la conclusione di questa cavalcata toscana con
la passeggiata sulle mura tardo rinascimentali di
Lucca, città degna sempre di attenzione.
I ringraziamenti di rito
vanno al nostro Armando, ma anche
all’orvietano/fiorentino Beppino ed all’altro
accompagnatore Riccardo; persone tutte attratte e
affascinate dalle Apuane, dunque le più adatte a
farcele apprezzare.
Eugenio Enrico